Gianfranco Jannuzzo porterà in scena, al Manzoni di Milano, lo spettacolo “Nord & Sud”, per la regia di Pino Quartullo, incentrato sulla difesa e sulla valorizzazione delle diversità regionali. Il dialetto diventa, in questa performance, una forma di comunicazione straordinaria, ricca di sfumature, che rivela il carattere, le origini e la natura di chi lo adopera.
In una recente intervista al sito Tgcom l'attore rivela segreti e curiosità relativi al suo lavoro.
Come è nato Nord & Sud?
E’ uno spettacolo ideato con l’intento di prendere in giro “polentoni" e "terroni”, il Nord e il Sud. Attraverso l’umorismo, cerco di andare oltre i campanilismi, oltre le diversità regionali, per evidenziare l’orgoglio di essere italiani. Non ci sono attacchi diretti alle caratteristiche di ogni regione: la messa in mostra di cadenze, cantilene, modi di dire nasconde il gusto di divertirsi proprio degli italiani, gente che sa ridere di se stessa.
La sua scelta artistica si basa sull’uso dei diversi dialetti. Perché?
Attraverso i dialetti voglio sfatare i luoghi comuni e divertire il pubblico con lo scopo di dimostrare l’appartenenza a un unico ceppo, quello italico. Così si ride dei “difetti” tradizionali dei meridionali: indolenti, pigri, fatalisti, sognatori; contrapposti per tradizione ai nordici: efficienti, lavoratori, produttivi, pragmatici.
Quale messaggio vuole trasmettere con la sua arte?
Essere se stessi. Il dialetto è parte della nostra cultura, della nostra storia, del nostro essere nella storia. Ma è anche spontaneo, immediato e rivela aspetti di noi spesso nascosti dagli schemi della società. E’ anche un invito a ridere di se stessi, delle proprie imperfezioni e a scoprire questi elementi nelle relazioni umane. Quando siamo davvero contenti non parliamo mai italiano: viene fuori la nostra cadenza e anche quello è un modo per raggiunger in modo immediato l’interlocutore. E’ per questo che invito a salvare i dialetti, per la loro ricchezza espressiva. Proteggiamoli e trasmettiamoli ai giovani. Proteggiamo la ricchezza delle diversità dialettali.
A quale pubblico è rivolto lo spettacolo?
A tutti gli italiani, dagli anziani ai bambini. Il successo di questo spettacolo è dovuto proprio alla sua eterogeneità. La contrapposizione tra Nord e Sud, inoltre, nasconde tutti i binomi della vita: bene e male, giusto e sbagliato, positivo e negativo.
Quali sono gli aspetti legati all'attualità?
C’è attenzione al mondo globalizzato, dove non ha più senso parlare di Nord e Sud d'Italia. Ne è un esempio un contadino che, a un certo punto della scena, si trasferisce in Alaska: da quel momento tutti diventano appartenenti al Sud del mondo, non ha più senso neanche parlare di Paesi. E poi c’è tutta la storia sulla secessione in Italia, che riprende i temi attuali. Dopo aver fatto tanto per unificare il nostro Paese, le idee dei signori che parlano ancora di Nord e Sud vengono prese in giro perché lasciano il tempo che trovano. Apparteniamo tutti a un’unica cultura, quella italiana, e questo deve essere un motivo di orgoglio. Gli italiani sono tanto amati nel mondo proprio per il senso di appartenenza alla loro cultura.
Al Teatro Manzoni dal 2 al 6 ottobre 2007
Orari: ore 20,45
Biglietto: Poltrona 29,00
Teatro